LA CIVILTÀ
DEL SECOLO
DEL RINASCIMENTO
IN ITALIA
SAGGIO
DI
JACOPO BURCKHARDT
TRADOTTO SULLA SECONDA EDIZIONE TEDESCA
DAL PROFESSORE
D. VALBUSA
con aggiunte e correzioni inedite fornite dall'Autore
VOLUME II
IN FIRENZE
G. C. SANSONI, EDITORE
1876
In Firenze — Tip. e Lit. Carnesecchi, Piazza d'Arno.
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Colombo. — La Cosmografia nelle sue attinenze coi viaggi.
Vinti gl'innumerevoli ostacoli, che altrove arrestaronoil progresso, raggiunto un alto grado di sviluppoindividuale ed educati alla scuola dell'antichità, gli Italianisi volgono ora alla scoperta del mondo esterioree si accingono a riprodurlo nella scienza e nell'arte.Ma, rispetto a quest'ultima, non è ufficio nostro il segnalarneora i progressi, che più convenientemente dovrebberoriserbarsi ad una trattazione speciale.
Anche sui viaggi compiuti dagli Italiani in lontaneregioni noi non possiamo permetterci qui che alcuneconsiderazioni generali. Le Crociate aveano aperto agliEuropei paesi da lungo tempo sconosciuti, e risvegliatodovunque l'istinto della vita errabonda ed avventuriera.Non è, nè sarà mai facile il dire quando questo istintosi sia collegato con lo spirito d'investigazione scientificao si sia posto del tutto al servigio di quest'ultima; manon v'ha dubbio che ciò accadde in Italia assai per tempoe in modo più largo e compiuto, che non in qualsiasialtro paese. Già anche alle Crociate gl'Italiani aveano[8]preso una parte molto diversa da quella degli altripopoli d'occidente, avendo essi flotte e interessi commercialiin oriente; e da tempo immemorabile il Mediterraneoaveva svolto negli abitatori delle sue rive tendenzeaffatto speciali, per cui avventurieri nel sensonordico gli Italiani non poterono, per la stessa loro indole,diventar mai. Ma quando si furono sufficientementefamigliarizzati con tutti i porti orientali del Mediterraneo,accadde invece che i più intraprendenti si sentisseroportati ad abbracciare la vita nomade e vagabonda deiviaggiatori arabi, che vi s'incontravano dappertutto,avendo già dinanzi a sè gran parte della terra omai piùo meno scoperta. Ovvero, come i Polo veneziani, trovaronsiinvolti nelle correnti del mondo mongolico efurono portati sempre più innanzi sino ai piedi del grantrono dei Tartari. Anche nel mare Atlantico noi troviamoassai per tempo singoli Italiani associati a questao a quella scoperta; furono infatti i Genovesi, che ancorasin dal XIII secolo trovarono le Canarie,[1] e genovesipur furono quelli, che nello stesso anno 1291,q