DISCORSI STORICI
DI
CESARE CANTÙ
Qui cathedram Petri, super quam fondata estEcclesia, deserit, in Ecclesia non est: quivero Ecclesiæ unitatem non tenet, nec fidemhabet.
S. Cipriano, De Unitate Ecclesiæ.
VOLUME TERZO
TORINO
UNIONE TIPOGRAFICO-EDITRICE
Via Carlo Alberto, casa Pomba, Nº 33
1866
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Per la solita altalena, a Pio V fu dato successore Ugo Buoncompagni bolognese,che volle chiamarsi Gregorio XIII. Arrendevole e clemente fin a scapitodella giustizia, le inclinazioni sue mondane dovette reprimere a frontedella riforma morale, e a fatica potè favorire un proprio figliuolo, niente inipoti; esatto del resto ai doveri di capo dei fedeli, ad elevare alla mitra i migliori,a diffondere l'istruzione. Secondo i decreti tridentini stabilì una Congregazionedella visita, che sopravedesse a quella di tutte le diocesi, e mandavavisitatori apostolici che si faceano rendere i conti delle chiese, de' luoghipii, delle fraternite, per quanto eccitassero scontentezze. Prescrisse che ognicattedrale avesse un teologo (1573). Spendendo quanto Leon X, per riparareai guasti cagionati da questo fondò e dotò ben ventitrè collegi, tra cuiquello di tutte le nazioni, alla apertura del quale si pronunziarono discorsiin venticinque favelle; rifondò il Germanico, palestra di futuri atleti; unopei Greci, che vi erano allevati al modo e col linguaggio e il rito patrio; unoUngarico, uno Illirico a Loreto, uno pei Maroniti, uno per gl'Inglesi; rifabbricòil Collegio romano, istituì quello de' Neofiti, poi ne seminò per tuttaGermania e Francia, e fin tre nel Giappone. Spese due milioni di scudi infare studiare giovani poveri, e un milione in dotare zitelle[1]. A suggerimentodi lui, il cardinale Ferdinando Medici aprì stamperia di cinquantalingue orientali, spedì in Etiopia, ad Alessandria, in Antiochia eruditiviaggiatori, massime Giambattista e Girolamo Vecchietti fiorentini, che nerecarono codici.
Gregorio teneva una lista di quante persone fossero acconce al vescovadoin tutta la cristianità; e così trovavasi informato all'occorrenza.Deputò il vescovo di Como agli Svizzeri per mantenerli in fede, e impedires'unissero coi Protestanti: e il vescovo di Cremona Bonomo ad emendarviil clero, nel che trovò grandi contrasti. Giovanni Delfino il 6 e 26 luglio[6]1572 scriveva al cardinal di Como Tolomeo Gallio, che a Vienna i diecimilaitaliani erano pervertiti da apostati, venienti dalla Savoja e dal Veneto;ma per ordine dell'imperatore dovettero partire.
Il decantato tipografo Frobenio, venuto a Roma, si finse cattolico, tantochèil papa l'accolse con grandi cortesie, ed esortavalo a rimanere; partendo,ebbe raccomandazioni da prelati, e istituì una tipografia cattolica aFriburgo; speculazione, come fu poi lo stampar tante opere in senso contrarioa Basilea: dove il papa diede opera non si pubblicasse il Talmud.
Gregorio immortalò il suo pontificato colla riforma del calendario. GiulioCesare l'avea corretto, fissando l'equi