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IL ROMANZO DELLA MORTE


BRUNO SPERANI

IL
ROMANZO DELLA MORTE

MILANO
LIBRERIA EDITRICE GALLI
DI
C. CHIESA & F. GUINDANI

Lipsia e Vienna. F. A. Brockhaus — Berlino. A. Asher
Parigi. Veuve Boyveau — Londra. D. Nutt
Napoli. Ernesto Anfossi


1890


PROPRIETÀ LETTERARIA

Milano — Tip. Enrico Trevisini, Via Broletto, 43.


[1]

I.

Il pranzo volgeva al suo termine, in mezzoalla gioia e alle conversazioni sempre più animatee festose. I convitati, per la maggiorparte studenti dell'Università, futuri medicie futuri avvocati, ma più medici che avvocati,avevano naturalmente un buon umorecomunicativo, una giocondità espansiva.

Il professor Pisani, un luminare della scienza,soleva riunire così tutti gli anni gli amicipiù intimi e i migliori suoi allievi alla finedelle vacanze, sul morir dell'autunno, nellasua villa, poco discosta dal Borgo di S. Patrizionei dintorni di Pavia.

La festa non era mai riescita come quell'anno;[2]i giovani non erano mai stati cosìamabili; egli stesso non si sentiva da moltotempo la mente così libera da preoccupazioni,il cuore tanto leggero.

Alcuni suoi scolari lo interessavano particolarmente.Un gruppo di giovani eccezionali!Si eran fatti conoscere fin dal primo anno.Peccato che ormai fosse l'ultimo! Presto sene sarebbero andati quei bravi giovani, andativia per il mondo a portare la scienzae la vita; mentre il povero professore rimanevainchiodato sulla sua croce. Essi eran come leonde del mare che si rinnovano continuamentee mutano sito, mentre lui era un rudero diquel gran porto universitario.

Fortunatamente egli non persisteva in questotono di vecchia elegia così poco d'accordo colsuo tipo di uomo allegro e positivo.

E poi, non tutti se ne sarebbero andati!....

Uno ritornava intanto: Fausto Lambertiritornava.

[3]

In fondo tutti sapevano che la piccola festaera tutta in onore di quel ritorno. Ma si tacevadiscretamente. Il viso pallido e serio diArgìa Pisani, la primogenita del professore,non incoraggiava gli scherzi nè le allusioni.Fausto pure sembrava preoccupato. E gli amiciintimi si domandavano sommessamente: — Checosa pensano? Cosa faranno?... L'ameràessa ancora? Gli perdonerà il lungo abbandono?

Se l'aspetto sereno del professore rispondevagià trionfalmente a cotali dubbi, don Paolo Giudicili mise tutti in tacere con una sola frase.

— Mio nipote è ritornato e non ripartiràpiù! — esclamò egli in un momento d'espansione,mentre i suoi occhi languidi di vecchiosi fermavano con tenerezza su Fausto ed Argìa,abbracciandoli in uno sguardo.

I convitati sorrisero argutamente, e i duegiovani diventarono bersaglio di occhiate ebisbigli.

[4]

Per fare un diversivo, Fausto pronunciò unbrindisi alla salute dell'esercito rappresentatoda Filippo Pisani che sfoggiava da pochi giornile sue spalline di ufficiale, con grande soddisfazionedel padre e sua propria. Fu un hurrà,un grido di gioia.

I brindisi così ben cominci

...

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