(1846-1915).
Orazione detta nel Teatro del Popolo,il 21 marzo 1915, in Milano.
Alessandrina Ravizza camminavaun giorno lentamente per le vie diMilano, quando vide passare un carrofunebre di terza classe, nudo di fiori,quasi vergognoso della sua povertà,seguìto solo da un prete.
Colui che riposava nella cassa greggiapareva non avesse avuto, nelmondo, nome, famiglia, affetti: nulla.Se ne partiva solo: solo, forse, avevavissuto. Ma la tristezza di quell'abbandonoanche dopo la morte gelavail cuore.
La Donna della Pietà si mise alloradietro il carro, e lo accompagnò,passo passo, fra la gente affrettata eindifferente, sotto la pioggia. Lo accompagnòal cimitero, vi restò finoa quando la terra fu gettata sullacassa, a palate brutali e sorde. Chila vide, pensò che fosse la madre ola sorella del morto.
L'una e l'altra era, sì: di quelmorto, e d'ogni vivente.
E quando ella rifece, immobilenella bara, lo stesso cammino perandare a conoscere quel che in vitamai non aveva voluto conoscere: ilriposo,—tutta una popolazione indolore seguiv