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I TRE
MOSCHETTIERIVOL. II.


I TRE
MOSCHETTIERI

DI

Alessandro Dumas

VERSIONE
DI ANGIOLO ORVIETO.

VOL. II.

Napoli,
GIOSUÈ RONDINELLA EDITORE
Strada Trinità Maggiore nº 27
1853


TIPOGRAFIA DI G. PALMA


[5]

CONTINUAZIONEDELCAPITOLO XVI.

Il re tutto contento s'informò se il ministro era ancoraal Louvre, gli fu risposto che sua Eccellenza aspettavagli ordini di Sua Maestà nel gabinetto di lavoro.

Il re si portò subito da lui.

— Prendete, duca, gli disse, voi avevate ragione, esono io che aveva il torto, tutto lo intrigo è politico,ed in questa lettera non si tratta menomamente di amore.Al contrario, si parla molto di voi.

Il ministro prese la lettera e la lesse con la più grandeattenzione; quindi, quando fu al termine, la rilesseuna seconda volta.

— Ebbene! Vostra Maestà, disse egli, vede fin dovegiungono i miei nemici. Voi siete minacciato da dueguerre se non mi dimettete. Nel vostro posto in verità,sire, io cederei a così potenti istanze, e dal cantomio io mi ritirerei dagli affari riguardandolo comeuna vera fortuna.

— E che cosa dite voi dunque, duca?

— Io dico, sire, che la mia salute si consuma in questelotte eccessive e in questi eterni lavori. Io dico che,secondo tutte le probabilità io non potrò sostenere lefatiche dell'assedio della Rochelle, e che vai meglio che[6]nominiate a comandarlo o il sig. de Condè o il signorBassompierre, o finalmente qualche uomo valoroso chesia del suo mestiere il dirigere una guerra, e non me,che sono uomo di penna e di gabinetto, e che sono continuamentedistolto dalle mie occupazioni per applicarmia cose per le quali non ho attitudine. Voi ne saretepiù felice nell'interno, sire, e non dubito che nesarete più grande all'estero.

— Sig. duca, disse il re, io vi capisco. Siate tranquillo;tutti quelli che sono nominati in questa lettera sarannopuniti come meritano, e la regina ancora.

— Che dite mai, sire, il cielo mi guardi che la reginaavesse da provare il più piccolo dispiacere per cagionemia; ella mi ha sempre creduto un suo nemico,sire, quantunque Vostra Maestà possa far testimonianzache io ho sempre sostenuto calorosamente il suo partito,anche contro voi. Oh se ella tradisse Vostra Maestàsul punto dell'onore, allora sarebbe altra cosa, edio sarei il primo a gridare: «nessuna grazia, sire, nessunagrazia per la colpevole!» Fortunatamente non viè nulla, e Vostra Maestà ne ha acquistata una nuovapruova.

— È vero, signor ministro, e voi, come sempre, aveteragion; la regina però non merita meno tutta la miacollera.

— Siete voi sire, che, siete incorso nella sua, e veramentequando ella si lamentasse seriamente di VostraMaestà, io la compatirei; Vostra Maestà l'ha trattatacon un rigore..!

— È così che io tratterò sempre i miei nemici ed ivostri, duca, per quanto sieno posti in alto, e qualunquesia il pericolo che io possa incorrere a trattarli severamente!

— La regina è mia nemica, ma non è la vostra, sire;al contrario, ella è sposa affezionata, sottomessa e irreprensibile;

...

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